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Eventi

Othello a Rebibbia

Othello una delle opere più intense e significative di Shakespeare, è il punto di partenza, il motivo conduttore di un laboratorio durato un anno, tenuto all'interno della casa circondariale di Rebibbia nuovo complesso, a Roma, e che sta per andare in scena all’interno del carcere con un gruppo di persone detenute e un gruppetto di studenti universitari, già allievi del laboratorio teatrale sul dramma antico.

Andrà in scena il prossimo 8 giugno.

È l’ occasione per assistere ad una rappresentazione teatrale fuori dai circuiti soliti della cultura classica.
Sono poche e buone occasioni in cui il teatro entra in carcere nel tentativo di svolgere davvero quella funzione di rieducazione che l'articolo 27 della Costituzione Italiana prevede e sancisce. Il teatro, l'arte in generale, e ancora meglio la cultura, può realmente mettere in in questione di nuovo l'uomo e i suoi valori ( dis-valori). Questo tipo di esperienza vorrebbe, vuole, essere efficace sotto diversi punti di vista. Innanzitutto a partire proprio dalla esperienza della pratica teatrale, dell'agire sulla scena, da parte delle persone recluse.
Agire in scena che, come si è più volte detto, comporta gioco, comporta un altro, diverso, tipo di scambio e accadimento, comporta cioè la scoperta intesa come apertura di una realtà altrimenti squallida chiusa esclusiva ed escludente quale la realtà detentiva è. Il detenuto, è, per usare un termine filosofico, un esseresenzatempo.

Ha molto tempo a disposizione, ma non ha niente da fare, se non stare gettato (anche qui la filosofia ci aiuta : la gettatezza dell’essere per capirci..) su una branda scomoda, guardare la televisione o poco altro. Il teatro in piega questo tempo vuoto. Il teatro richiede lo studio delle battute, l'esercizio, la memoria inoltre, tramite i testi, i concetti che emergono dei testi, mette in discussione, insegna,cioè, un altro punto di vista, quello dell'autore.

Ci si pone domande finora mai poste sui valori, sulla libertà, sull'amore, sull'amicizia, sulla fedeltà, sull’ odio, sul rispetto, serve a mettere sempre e di nuovo in discussione il proprio io, il proprio essere, il proprio essere con gli altri. Si acquisisce voglio dire un punto di vista alternativo, altro, rispetto all'uomo, rispetto a sé stessi in mezzo agli altri uomini. Aspetto che assume una rilevanza fondamentale in un luogo in cui il livello di analfabetismo è elevatissimo. Pertanto l'8 giugno prossimo si va in scena anche in vista di quella apertura del carcere che i maggiori studiosi ed esperti di diritto italiani e internazionali stanno immaginando e discutendo in funzione di una pena che sia realmente efficace ed educativa. Importante perché queste persone che per un periodo del della loro esistenza si trovano recluse, tramite il teatro, la messa in scena, ritrovano la loro dignità, la loro umanità, la loro socialità.

Grazie al teatro, grazie alla messa in scena queste persone, le loro storie la loro umanità, non vengono dimenticate.
L'8 giugno “Othello o della verità” va in scena presso il teatro della casa circondariale di Rebibbia, via majetti 70, Roma. L'ingresso si effettua a partire dalle 15:00. Lo spettacolo inizia alle 16 circa ed ha una durata di 90’ circa. Vi preghiamo di seguire la procedura per partecipare allo spettacolo:

Inviare una mail a othellodirebibbia@hotmail.com inserendo NOME COGNOME DATA E LUOGO DI NASCITA E RESIDENZA E NUMERO DI DOCUMENTO , e attendere mail di conferma di avvenuta registrazione. Sarete inseriti in una lista che il magistrato preposto deve autorizzare.

Pubblicato: Giovedì, 12 Maggio 2016 11:45

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