Le Storie
Luciano Diaz
La vicenda Luciano Diaz, allevatore di tori, 41 anni, argentino che vive in Italia da più di venti, il 5 aprile 2009 viene arrestato vicino Voghera in seguito a un controllo stradale, mentre rientra da un rodeo. I Carabinieri dicono che Diaz aveva tentato la fuga in macchina quasi investendo un carabiniere e raccontano di averlo bloccato dopo un lungo inseguimento, trovandolo ubriaco e che brandiva un coltello di 20 centimetri minacciando gli agenti. Per questo lo portano in caserma con le accuse di resistenza, minacce e porto abusivo d’armi. Diaz però fornisce una diversa versione dei fatti: dice di essere stato affiancato dai Carabinieri, ammanettato e picchiato. Poi, una volta in caserma, di essere stato picchiato nuovamente da sei carabinieri. In seguito alle percosse riporta ferite ed escoriazioni, in particolare alla schiena, abrasa e violacea, ai timpani che sono perforati ed agli occhi, dove verrà operato sei volte per distacco della retina: alla fine non vede dall’occhio sinistro e vede male da quello destro. Il 6 aprile Diaz si reca al tribunale di Tortona e accetta il patteggiamento a un anno di reclusione (agli arresti domiciliari) e la condanna per resistenza a pubblico ufficiale. Una volta a casa chiama il 118, visto che le sue condizioni di salute peggiorano e non può muoversi per via della misura cautelare. Ma l'ambulanza non arriva: gli operatori sanitari dicono di conoscere già il suo caso e che non ritengono di dover intervenire.
Diaz riuscirà a curarsi solo 72 ore dopo. Decide allora di sporgere denuncia e così cominciano le indagini.
Il processo Gli avvocati di Diaz sono Fabio Anselmo e Alessandra Pisa; l’associazione A Buon Diritto si è costituita parte civile nel processo. A causa dei danni subiti agli occhi e alla vista, Diaz non è in grado di riconoscere gli agenti e sei di loro ottengono il non luogo a procedere da parte del giudice. Un agente però viene riconosciuto senza esitazioni da Diaz: Marco Iachini, che viene condannato dal tribunale di Tortona a due anni e tre mesi con l’accusa di lesioni personali e l’aggravante dell’abuso di potere. Nella sentenza si legge che la testimonianza di Diaz è ritenuta verosimile e provata da riscontri mentre quella di Iachini è non credibile e addirittura “calunniosa” quando l’agente riferisce che Diaz si sarebbe provocato da sé le lesioni dopo essere uscito dal Tribunale. È stato inoltre provato che Diaz non avesse bevuto, contrariamente a quanto ha sostenuto il collega di Iachini, e che non abbia avuto un comportamento violento. Un altro procedimento è aperto contro alcuni agenti che avrebbero compito illegalità nel compilare il verbale d’arresto. Si attendono ora gli ulteriori gradi di giudizio, ma intanto un primo risultato importante, con la condanna (oltre che per le lesioni) per abuso di potere, è stato raggiunto.