Passaggio a livello: Europa meteora politica legata solo dall’economia
23-09-2015
Ubaldo Pacella
E’ andata in frantumi come una porcellana cinese investita da una folata di vento, nemmeno troppo improvvisa. Questa è l’Europa di Bruxelles a 28. Paesi in ordine sparso, l’un contro l’altro “armati”. Non c’è l’Isis sulle isole greche o sbarcato in Sicilia come gli americani nel 1943. Non ci sono i Turchi alle porte di Vienna, come accadde tra il ‘ 500 e il ‘600, né tantomeno gli infedeli a Granada. Sono bastati una torma di diseredati in fuga sofferente e angosciosa dalle guerre del medio oriente a mettere a nudo con folgorante lucidità il Re. La UE è poco più di una espressione economica. Non esiste nulla di altro, di solido, condiviso, comune, né uno straccio di ideale, tantomeno una ideadi presente o di futuro , perché non si è voluta costruire una politica continentale, bensì creare dall’inizio degli anni ’90 un mercato apparentemente unico, utile alle elites economico finanziarie, lontano dagli interessi dei popoli, incapace di unire con ideali forti e scelte condivise.
I Governi nazionali hanno imposto ad un Parlamento Europeo esangue e mal tollerato il primato delle decisioni. Si parla a Bruxelles e Strasburgo, talvolta si decide, su questioni irrilevanti, ma l’agenda è dettata dai capi di Stato, fine dei giochi.
La questione dei rifugiati o dei migranti, comunque la si osservi, richiede una abile e tenace tessitura di politica estera. Non si comprende, né tantomeno si risolve con interventi dettati dall’emergenza. Non rappresenta un fenomeno occasionale, bensì è la conseguenza di decenni di improvvido disinteresse impastato con uno sfruttamento mai venuto meno dalla caduta del colonialismo nella metà del secolo scorso.
Il tintinnare di sciabole che ora Francia, ora Gran Bretagna minacciano verso la Siria e le aree di crisi del Medio Oriente non copre nemmeno i commenti di scherno. Rappresenta solo l’inanità di chi ostinatamente guarda al passato e non vuole rendersi conto che degli splendori che furono non restano che tracce sbiadite e polverosi trofei, vestigia da mercatino delle pulci nell’attuale consesso internazionale.
Migliaia di famiglie sofferenti hanno messo in ginocchio un gigante di argilla di oltre 400 milioni di abitanti. Il terzo mercato economico mondiale dopo Stati Uniti e Cina è stato travolto da una miriade di bisognosi.
Tutto questo accade perché l’Europa non ha voluto fare politica. I protagonisti del passato si sono illusi che bastasse una moneta o il richiamo delle sirene della finanza per tenere insieme i popoli, senza un progetto etico capace di delineare una storia, nuova dopo millenni di lotte fratricide che hanno attraversato il continente dal Manzanarre al Don.
La minaccia irata del ministro degli interni tedesco dopo l’ennesimo fallimento di bloccare gli aiuti economici ai Paesi riottosi, la dice lunga. Dove era tuttavia Thomas de Maiziere quando due o tre mesi or sono Italia e Grecia chiedevano o meglio imploravano l’Europa di interrogarsi sui flussi migratori nel Mediterraneo? La pressione ai confini slavi ha consentito di decidere l’uso della forza verso gli scafisti e i mercanti di uomini, donne e bambini, ma le banche e le borse del vecchio continente si chiedono e controllano i flussi di denaro? La risposta è pleonastica: ovviamente no, pecunia non olet!
Tanto c’è da studiare e capire dietro questa realtà che non è emergenza, bensì mutamento di scenario geo politico. Torneremo più volte sull’argomento con ostinazione, non fosse altro perché chi scrive lo aveva banalmente previsto trenta e più anni fa sulle pagine di Nigrizia e di Presenza Cristiana.
Una sola cosa chiediamo ai politici di Bruxelles: abbiate il senso della misura la prossima volta quando, per affari economici come quello greco, scomodate definizioni fantozziane. L’economia ormai è una tigre di carta come ebbe a dire Mao negli anni ’60 con il suo famigerato libretto rosso. Consentitemi una chiosa gergale in vernacolo romano: “nun ce fate ride, è tutta fuffa”. La nostra Europa non si costruisce sugli indici bancari o sui libretti postali, ma sui valori, le scelte, la dignità dei popoli e delle persone, per il resto tornate quando avrete imparato la lezione!!
Fonte immagine maurovarottoblog.wordpress.com