Filippo Narducci e l'arduo processo giusto quando si parla di reati della polizia
L'Huffington Post, 11-03-2015
Luigi Manconi, Valentina Calderone
Filippo Narducci, il 9 aprile 2010, sosta con la sua macchina in un'area di servizio della sua città, Cesena. Dopo pochi secondi, la telecamera di sicurezza riprende l'arrivo di una pattuglia della polizia e dei successivi momenti di "scontro" tra gli agenti e Narducci.
Facciamo finta, per un momento, che quel video non esista, e vediamo cos'è successo a Narducci nel racconto dei tre poliziotti: l'uomo viene fermato per sospetta guida in stato di ebbrezza, rifiuta di sottoporsi all'alcoltest, prova a darsi alla fuga e mette in atto atteggiamenti aggressivi e violenti nei loro confronti, viene infine arrestato. Filippo Narducci, invece, la racconterebbe così: sono stato fermato, mi hanno colpito con un pugno al volto e mi hanno arrestato illegalmente.
È sempre difficile, e non spetta certo a noi, stabilire la verità dei fatti in occasione di fermi di polizia. Questa volta però, ci viene in aiuto il video di cui parlavamo prima, quello ripreso dalla telecamera di sorveglianza del distributore di benzina. Si vede Narducci che scende dalla propria automobile in compagnia di un'altra persona, e subito si avvicina ai poliziotti, salvo poi tornare indietro per, come si capirà dai fotogrammi successivi, andare a prendere i documenti, che vengono prontamente mostrati agli agenti. A questo punto assistiamo a un arretramento fisico di Narducci, mentre i tre poliziotti gli si fanno intorno, accerchiandolo e pressandolo fisicamente finché l'uomo non riceve un colpo al volto, casca per terra, viene ammanettato e caricato sulla volante.
Filippo Narducci viene denunciato dai poliziotti ma il tribunale di Cesena lo assolve con formula piena mentre, essendo emerse nel corso del dibattimento delle notizie di reato attribuibili agli agenti, vengono trasmessi gli atti al tribunale di Forlì, proprio per indagare sulle condotte dei tre poliziotti. Osservava il tribunale che la versione degli agenti e dell'annotazione di servizio appare "discordante con il quadro emergente dalla visione dei filmati relativi alle telecamere poste nella zona" e si deve escludere che "il Narducci abbia posto in essere alcun comportamento tale da giustificare, prima, l'applicazione nei confronti dello stesso delle manette e, successivamente, la sua conduzione presso gli uffici del Commissariato".
Insomma, sembra abbastanza evidente che le parole annotate dagli agenti nella relazione di servizio non corrispondano alla realtà, così come - confrontando i filmati - la dinamica dei fatti pare avvalorare la tesi sostenuta da Narducci. Nonostante questo, il tribunale di Forlì ha chiesto per due volte l'archiviazione del procedimento contro i poliziotti, cui Filippo Narducci, sostenuto dai suoi avvocati, si è sempre opposto.
Sono passati quasi cinque anni da quei fatti, e Filippo Narducci si trova a dover discutere per l'ennesima volta gli eventi di quelli notte. O meglio, Narducci vorrebbe poterne discutere, ma come detto il lavoro del tribunale di Forlì sembra propendere per la prematura fine di questo procedimento, non volendo neanche far partire il processo.
Pochi giorni fa, il 27 febbraio 2015, sul quotidiano Corriere di Romagna-Cesena, è stato pubblicato un articolo dal titolo Poliziotti, udienza per l'archiviazione. L'articolo non è firmato, e vi troviamo scritto:
Filippo Narducci ha presentato opposizione e dunque all'udienza delle prossime settimane il Gip dovrà decidere e, con ogni probabilità, mettere la parola fine a questa vicenda. Secondo la difesa degli indagati sono stati finalmente valutati numerosi riscontri che delegittimano la versione del cesenate, tanto che anche persone a lui vicine avrebbero preso le distanze dal suo comportamento
Non sappiamo quali siano le fonti del Corriere di Romagna, ma - esclusa la parte civile e il giudice che dovrebbe conoscere i fatti in giudizio - non è troppo azzardato immaginare che possano trovarsi nei paraggi di quella procura che prima aveva sostenuto l'accusa contro Narducci e poi è stata costretta dal tribunale a indagare i poliziotti, chiedendone però, e ripetutamente, l'archiviazione.
Questo articolo, duole dirlo, lascia intendere che qualcuno, prima ancora della prossima udienza dell'11 marzo 2015 - quella appunto in cui verrà deciso una volta per tutte se un processo per i fatti di quella notta dovrà svolgersi - abbia già valutato e deciso di mettere la "parola fine" alla vicenda. Se così fosse, sarebbe un fatto gravissimo e sui cui bisognerebbe pretendere chiarimenti. In ogni caso, a prescindere da questo particolare episodio, è impossibile non notare uno sconfortante dato di fatto: riuscire ad avere un processo imparziale e corretto, quando si tratta di valutare presunte azioni illegali di appartenenti alle forze di polizia, è impresa incredibilmente ardua.
Fonte immagine: www.resegoneonline.it