Passaggio a livello: Buoni propositi per il 2016: più coraggio poca demagogia molte idee
13-01-2016
Ubaldo Pacella
Gli ultimi giorni del 2015 ci hanno consegnato l’occaso di un anno vissuto sulla lama di rasoio del più vieto, inutile qualunquismo. Lo scenario politico, immiserito giorno per giorno da polemichette degne delle pagine di Strapaese, ha mancato quel colpo d’ala che avrebbe quantomeno oscurato tanta mediocrità.
La realtà, ahimè, è ben diversa. L’ostilità al premier “spaccone e arrogante”, condivisibile in molte occasioni, ottunde l’intelligenza dei più. Si parte così lancia in resta contro il ministro Maria Elena Boschi con le più mirabolanti accuse, come se si fosse al proscenio della commedia dell’arte, dove uno dei teatranti ha il compito di creare il clima entro il quale vien data voce a chi la spara più grossa.
I mass media, piegati dal dover costantemente inseguire una audience meschina, invece che dar fondo ad inchieste documentate attraverso una valutazione economica e sinottica dei fatti, hanno contribuito a sollevare un polverone su una truffa bancaria molto grave, ma numericamente risibile rispetto alla grande massa dei risparmiatori, dei titoli, del sistema finanziario italiano e della solidità delle banche. Le cifre di questi giorni individuano poco più di un migliaio di truffati, con oltre diecimila clienti che avrebbero perso tutto il loro investimento, a fronte di circa un milione di correntisti delle quattro banche. Verrebbe da dire, con il massimo rispetto verso chi ha visto sfumare i propri risparmi, che si tratta di una truffa degna di Calandrino e Buffalmacco, dove il cliente dabbene con il miraggio di interessi assai cospicui rispetto al mercato è rimasto beffato, con le pive nel sacco.
I problemi si annidano più nel sistema dei controlli tra Banca d’Italia e Consob che nelle sciagurate truffe ordine da quattro piccole banche di “paese” , chiedo venia per l’espressione, Etruria in testa. L’onda della polemica rimbalzata in Europa ha coinvolto Bruxelles per non aver accettato, a poche settimane dal bail in, di consentire al nostro Paese interventi come quelli che la Germania, ad esempio, ha attuato alcuni anni addietro.
L’azione del Governo ha permesso, fatti che nessun commentatore o analista ha smentito o contestato tecnicamente, di salvare le quattro banche dal fallimento, ha messo al sicuro decine di migliaia di correntisti, ha mantenuto migliaia di posti di lavoro azzerando CDA inefficienti, incapaci, forse corrotti.
Si poteva fare meglio e prima? Penso di si ma nessuno, se non ricordo male, ha suggerito al Ministro Padoan come agire. Il Tesoro è stato poco accorto o reticente? Ha pensato più al sistema bancario, ai suoi privilegi, al suo funzionamento, agli interessi del mondo della finanza prima che a milioni di cittadini? Questo vorremmo sapere. Era più facile e a buon mercato vendere invece un presunto conflitto di interessi del Ministro Boschi perché il padre è stato per una manciata di mesi vicepresidente di Banca Etruria e il fratello della Maria Elena, alla quale non si perdona la gioventù, la competenza, l’impegno e da ultimo un tocco di misurata avvenenza, vi ha lavorato.
Non emergono ad oggi responsabilità dirette del Ministro Boschi né, almeno per chi si professa di sinistra laico e progressista, si può soggiacere alla considerazione che le colpe dei padri ricadano sui figli. Sarebbe forse stato più opportuno che il Ministro Boschi non avesse partecipato al Consiglio dei Ministri domenicale che adottò le decisioni sulle quattro banche, ma non avrebbe arrestato becere polemiche, anzi ne colgo già i tratti: non era presente perché coinvolta con tutta la famiglia. Questo in una Italia che pochi anni fa quando il Consiglio dei ministri decideva sulle televisioni del Presidente Silvio Berlusconi si è sentito dire che il divo Silvio si era momentaneamente assentato lasciando la campanella nelle mani dell’eminenza azzurrina, al secolo il dottor Gianni Letta. La proposta del PD di istituire una commissione d’inchiesta parlamentare appare opportuna per una verifica approfondita del sistema bancario e finanziario italiano degli anni 2000. Potremmo conoscere meccanismi e interessi non sempre trasparenti e favorevoli al risparmiatore, una operazione chiara che ha già sollevato dubbi e perplessità esplicitate dal direttore del Sole 24 Ore e più velatamente da molti ambienti economici e parlamentari che paventano dubbi e pericoli per la stabilità e la tenuta del sistema bancario. Motivi che indurrebbero invece proprio ad agire. Vedremo cosa accadrà. Sono pronto a scommettere, nella mia modestia, un caffè con il paziente lettore, che non se ne farà nulla, vorrei proprio sbagliare questa volta.
Trovo sinceramente una caduta di stile, quello che molti della mia generazione hanno voluto corrompere o ignorare, senza sostituirlo con altrettanta eleganza e rispetto dell’altro, aver proposto e votato una sfiducia personale al Ministro Maria Elena Boschi. Un non senso politico, esempio di sciatteria istituzionale, resa al desiderio delle plebi più incolte, al velleitarismo delle masse inconsapevoli trattate come le turbe della Roma Antica al crepuscolo della Repubblica o dell’Impero, o al pari delle masse arabe invocate da Nasser per contare sullo scenario internazionale dei primi anni ‘60, senza averne capacità e statura.
Termino questa prima riflessione con uno sguardo sconsolato verso i banchi della sinistra, quelli di SEL, dove i presenti, non tutti gli eletti forse per un sussulto di pudore di qualcuno, dimentichi di sedere nell’emiciclo di Montecitorio solo in virtù dell’apparentamento con il PD di Bersani (non raggiunsero il quorum nel 2013) e delle tante meritorie campagne politiche combattute non contro una persona ma per delle idee, avverso un sistema, non hanno fatto un gesto di rispetto uscendo dall’aula, bensì hanno votato insieme al Movimento 5 stelle, ai residui di Forza Italia, agli scamiciati della Meloni. Ennesimo epigono di una sinistra sfilacciata e priva di orgoglio.
Altre questioni, ben più rilevanti, bussano, invece alla porta dell’Europa ci interrogano e chiamano in causa. Siamo immersi in uno scenario internazionale accentuatamente fosco e instabile, sia nell’impianto macro economico, scosso dalla crisi della borsa cinese, dedita ad un azzardo sin qui sconosciuto, sia nelle relazioni tra potenze geografiche, come nel caso dell’Iran, dell’Arabia Saudita e della penisola araba nel suo complesso, sia di fronte alla sfida del terrorismo islamico e delle migrazioni.
Questi fattori vedono un’Europa impaurita, tremebonda, incapace di costruire una linea comune, percorsa da tensioni interne mai conosciute, di fronte alle quali i singoli stati nazionali sperano di fare argine con misure restrittive, finalizzate a sedare il populismo traboccante di opinioni pubbliche già segnate in profondità da una crisi economica senza precedenti, aggravata da ottuse scelte di Bruxelles, legate ad una disciplina pangermanica che ha prodotto sin qui risultati palesemente fallimentari e destabilizzanti per i governi nazionali, basti pensare alla crisi della Spagna.
Le violenze perpetrate a Colonia da un migliaio di arabi nordafricani verso le donne nella notte di San Silvestro sono una preoccupante sgradita novità, non riconducibile a questioni di ordine pubblico o di rispetto delle leggi. Vi si legge un tentativo esplicito e non occulto di minare alla base i valori etici e culturali che l’occidente si è faticosamente costruito negli ultimi due secoli. La discriminazione sessuale e femminile è ancora aperta e non sufficientemente consolidata nelle strutture sociali per resistere a questa forma divergente di “terrorismo” psicologico. Come non ricordare quali violenze taciute sono state commesse nelle piazze a danno delle donne durante il movimento delle cosiddette primavere arabe.
Riteniamo questi gesti vili e sessisti un allarme sociale inusitato, sia perché rivolti alla parte più fragile della società europea, sia perché aprono un ulteriore fronte populista avverso ad affrontare il grande tema delle migrazioni e le scelte di politica estera della UE.
I governanti tedeschi, ancora una volta sorpresi e incapaci di gestire il fenomeno, come altri accadimenti economici in questi mesi, si affannano a turare la falla, con una evidente sottovalutazione del problema.
Le aggressioni di Colonia contro le donne non vanno configurate semplicemente come mancato rispetto della legge, si tratta di un deliberato attentato alle libertà individuali, costituite come caposaldo della democrazia europea, ben prima dell’abolizione delle frontiere e della moneta unica.
Spiace dover sottolineare come le donne politiche italiane siano state in questo frangente assenti o evasive, né può valere la scusa del periodo di festività, visto che per polemiche da ballatoio c’è sempre tempo e spazio. Altrettanto si dica per i programmi di approfondimento. Possiamo ben dire che solo l’informazione giornalistica dei notiziari abbia funzionato bene.
Tanti temi sul taccuino, avremo modo e tempo di approfondirli. Buon anno al mio lettore ideale al quale esprimo gratitudine e il più profondo ringraziamento.