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C’è speranza

calcio16-02-2015
Carmelo Cantone

Quando scoppiò lo scandalo del Watergate, Richard Nixon con arroganza e furore si presentò alla TV americana dichiarando che erano tutte falsità quelle che gli venivano attribuite. L’anchorman del telegiornale della CBS subito dopo, rivolto alle telecamere, diceva agli ascoltatori: “He’s crazy”.

Mi rendo conto che il paragone è un po’ troppo alto, quantomeno per l’importanza storica di quei fatti, ma sto pensando che dopo la telefonata di Lotito e la sua successiva stratosferica difesa davanti ai microfoni nessuno abbia sentito il bisogno ufficiale di dirgliene quattro, senza che contare che penso che nessuno sia disposto a scommettere che un soggettone di questo tipo venga cacciato dalla Federazione.

Cerchiamo comunque di vedere l’aspetto positivo del Lotito-pensiero: lui dice che le squadre delle piccole città di provincia non devono giocare nella massima serie, perché con loro non si sviluppano denari. Potrei vedere in questo una timida apertura alla valorizzazione delle squadre di calcio della polizia penitenziaria e dei detenuti che militano in qualche campionato dilettanti.

Allora ragazzi, abbiamo le grandi città (Rebibbia, S. Vittore, Napoli), abbiamo un sacco di gente che ci può seguire e poi un po’ di pubblicità trucida sul calcio galeotto farebbe piacere anche al nobile mondo del calcio italiano.
Quello che ci frega è che nel settore penitenziario si pensa a giocare a pallone e non a fare le sceneggiate (quelle si riservano alla vita di tutti i giorni). Infatti non è un caso che in qualsiasi torneo di calcio che vogliate organizzare state sicuri che la coppa disciplina la vincerà la squadra dei detenuti, quindi una noia mortale, altro che morsi alla Suarez.

Ora che ci penso Luigi Manconi mi aveva detto di tornare a commentare la domenica calcistica. Gente, la mia Inter ha vinto due partite di fila!
Ho mandato un sms ad un mio sodale nerazzurro: “gli stiamo addosso… a tutti quanti!”. In effetti ci sono solo otto squadre davanti all’Inter, però è inutile attaccarsi al capello, come dice Claudio Bisio, perché il campionato comincia ufficialmente da questo commento.

Fonte immagine; dettotraibanchi.altervista.org

Pubblicato: Lunedì, 16 Febbraio 2015 13:05