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Morire di carcere

Qualche piccolo suggerimento per gli operatori penitenziari

Cosa non fare: qualche piccolo suggerimento per gli operatori penitenziari

Con un detenuto “a rischio”

Non metterlo nella cosiddetta cella liscia
Non togliergli tutto quello che potrebbe usare per suicidarsi: se vuole farlo trova lo stesso il modo
Non controllarlo in modo ossessivo
Non minacciare di mandarlo in “osservazione” all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario

Con tutti i detenuti

Non creare “sezioni ghetto”
Non aspettare che chiedano aiuto!
Non sottovalutare i tentativi di suicidio e le autolesioni, considerandoli “dimostrativi”
Non applicare sanzioni o punizioni per atti autolesionistici o tentativi di suicidio
Non esprimere un giudizio morale sugli atti autolesionistici o i tentativi di suicidio
Non suggerire (provocatoriamente) di “tagliarsi” per ottenere qualcosa

Cosa fare: qualche piccolo suggerimento per gli operatori penitenziari

- dare attenzione alla persona (gruppi di attenzione e di ascolto) durante tutto il periodo detentivo, e non solo limitandosi al primo ingresso, o alla fase di accoglienza;
- aumentare le possibilità di lavoro e di attività intramurarie;
- cercare di credere a quello che i detenuti dicono, rispetto ai problemi propri o dei compagni;
- ridefinire il concetto di rischio suicidario: il suicidio in carcere viene spesso visto come una malattia;
- migliorare il contesto relazionale all’interno della struttura;
- pensare a sostenere l’autore di reato nel rielaborare il reato commesso
- pensare a una mediazione tra l’autore di reato e la sua famiglia;
- uscire dall’ottica assistenzialistica;
- fare progettualità con il detenuto;
- fare più formazione a tutto il personale.


Francesco Morelli
Centro Studi di Ristretti Orizzonti

Pubblicato: Mercoledì, 22 Ottobre 2014 18:00

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